Ho già avuto modo di raccontarvi cos’è l’Apple Developer Academy di Napoli. L’ho visitato durante il Graduation Day 2025 e l’idea era quella di produrre un racconto di quello che è la scuola, per capire cos’è questa realtà con sede a Napoli e cosa c’è di buono (se c’è) in tutto ciò. Sono rimasto però così folgorato dai progetti mostrati sul palco del Graduation Day che ho pensato fosse davvero un peccato affogare quattro nomi dentro quell’articolo e ho deciso di raccontarvele qui.
Qualche premessa è dovuta. Le app mostrate sul palco sono state 4 e sono sicuramente le 4 app che si sono maggiormente distinte fra tutte quelle realizzate per l’ultima challenge del percorso. Secondo i mi miei calcoli dovrebbero essere circa una cinquantina. Sono quelle con l’idea più solida, più innovativa e con lo sviluppo allo stadio più avanzato. Di fatto sono tutte già sull’App Store e le potete provare voi stessi. Le app poi, per quanto ben fatte da almeno un punto di vista, non sono state comunque provate a fondo visto il tempo a disposizione. Sono poi app pensate, sviluppate e pubblicate nel migliore dei casi in due mesi di tempo e quindi ovviamente ancora nella prima fase dello sviluppo.
Potrebbero a tutti gli effetti contenere ancora bug ed essere soprattutto ancora incomplete o con poche opzioni, ma a mio parere sarebbe ingiusto valutarle da questo punto di vista. Sono anzi sorprendentemente complete per non essere passate dal brainstorming all’App Store in così poco tempo.
Ho parlato con tutti i team di sviluppo e tutti hanno manifestato l’intenzione di continuare a svilupparle anche dopo Apple Developer Academy, includendo le funzioni che non sono riuscite ad esserci nella prima versione, più varietà e perché no anche valutando come poterle monetizzare.
Ma andiamo al sodo e vediamo queste quattro app.
Sempre più persone sembra avere necessità di usare lo smartphone per connettersi ai propri amici più stretti, senza necessità però di condividere la propria vita con un numero più ampio di persone. Sulla scia di BeReal i ragazzi dietro a questa app hanno creato Knot, un’app che vuole farvi riconnettere con un massimo di 6 amici. Ogni giorno vi invia una notifica con la richiesta di fare “mezza foto” per un determinato tema. L’amico del giorno e il tema sono scelti a caso, così come chi deve condividere la foto per primo. L’altro dovrà completarla e creare quindi una connessione con la vostra scattando ovunque lui si trovi la seconda metà della foto.
Blinko è un gioco educativo per bambini da 3 a 7 anni. È pensato per insegnare ai bambini nuove lingue nella fase della crescita in cui sono più ricettivi. È pensata per iPad. Ogni livello inizia con una caccia al tesoro in cui i bambini devono trovare 4 oggetti di uso quotidiano nell’ambiente circostante usando la fotocamera integrata di Blinko (come una penna o un righello) e ascoltandone così la pronuncia nell’altra lingua. Una volta trovati, li scansionano uno per uno, trasformandoli in versioni illustrate di carte. Dopo aver trovato i 4 oggetti, si sbloccano 2 minigiochi, tra cui l’abbinamento di immagini e una caccia al tesoro inversa, pensata per rafforzare il vocabolario attraverso la ripetizione e il richiamo attivo.
Questo party game è stato sicuramente quello che più ha coinvolto il pubblico, anche grazie ad una frizzante presentazione dove si è invitato il pubblico a partecipare (quantomeno nello spirito) allo scopo del gioco. Due contendenti argomentano i motivi di loro opinioni molto forti e contrapposte per alcuni secondi, dopodiché è il pubblico a votare chi dei due deve vincere. Un’idea semplice e accattivante, anche perché chiunque probabilmente ha un’opinione se ci può stare l’ananas sulla pizza. O no? La schermata viene riprodotta su Apple TV mentre i giocatori partecipano con un iPhone.
Difficile che siate interessati a testare un’app come questa a meno che non rientriate nella casistica per cui è pensata, ma non per questo StomaDida è più interessante. Anzi. App come queste, e altre sviluppate dentro questa scuola, sono specificatamente pensate per risolvere dei problemi molto specifici a cui però solitamente gli sviluppatori di app non dedicano attenzione. In questo caso StomaDida è una sorta di guida alla vita dopo una colostomia, che come ci è stato spiegato spesso viene eseguita in situazioni di emergenza e a cui non si è preparati. È una guida passo passo alla vita con una stomia, con la possibilità anche di visualizzare in 3D tutti i processi relativi all’utilizzo dei vari componenti medici, se si vuole anche tramite Vision Pro per un’esperienza ancora più immersiva.
Quattro idee, quattro app, quattro storie che raccontano il potenziale di un luogo dove si impara davvero facendo. E chissà, magari il prossimo progetto sul palco sarà il vostro.
Qua sotto trovate il video che abbiamo pubblicato sui nostri social dell’esperienza a Napoli.
L’articolo 4 app che avresti potuto creare (se avessi fatto la scuola Apple a Napoli) sembra essere il primo su Smartworld.