Come ogni anno anche quest’anno la confezione di Pixel 10 non ha sorprese. Abbiamo una semplicissima confezione interamente in carta e cartone riciclabile che oltre allo smartphone contiene solo il classico cavo USB-C/USB-C.
Dal punto di vista estetico questo Pixel 10 è quasi identico al Pixel 9 della precedente generazione. Ci sono delle differenze, prima su tutti i nuovi colori, ma non sono sufficiente ad un occhio inesperto a distinguerlo dai modelli precedenti. E questo può magari essere un peccato per chi voleva uno smartphone che si facesse notare per qualche novità, ma può anche essere un bene a dimostrazione che Google è convinta di aver trovato un design all’altezza della sua linea prodotti e di voler proseguire in quella direzione. Noi nel caso concordiamo.
Pixel 10 è ancora una volta uno smartphone “top” ma in un corpo comunque abbastanza compatto. Abbiamo comunque uno spessore di 8,6 millimetri, ma soprattutto un peso di 204 grammi, non trascurabile per uno smartphone di queste dimensioni. In mano la qualità costruttiva è eccezionale. La finitura posteriore è lucida mettendo ancora più in risalto i bei colori di questa generazione, mentre il profilo in acciaio è opaco. Le proporzioni sono “perfette” e troviamo distintivo anche il blocco fotocamere orizzontale. Lo smartphone è poi ancora una volta resistente ad acqua e polvere secondo lo standard IP68. Il vetro posteriore invece è un resistente Gorilla Glass Victus 2.
In questo nuovo smartphone è presente il processore Google Tensor G5. La presenza di questo SoC targato Google invece dei più popolari Qualcomm ha ancora oggi diviso molti degli appassionati di telefonia, visto le prestazioni genericamente inferiori alla concorrenza. In questa generazione Tensor G5 migliora nella parte che riguarda le prestazioni e migliora drasticamente nella parte dell’elaborazione per l’intelligenza artificiale. Questo è probabilmente possibile non solo per gli avanzamenti nella tecnologia, ma anche per essersi appoggiata a TSMC al posto di Samsung per la realizzazione di questi SoC a 3 nanometri. Sono tecnicismi e secondo noi dovrebbero rimanere tali, ma per i più appassionati possono essere informazioni utili.
Ma quindi: come si comporta? Nell’utilizzo quotidiano questo Tensor G5 ha garantito prestazioni eccezionali in praticamente ogni task a cui è stato sottoposto. Nel complesso ha funzionato bene anche sulla parte gaming, dove l’utilizzo di una GPU Imagination DXT-48-1536 lo mette dietro a praticamente qualsiasi altro concorrente del 2025 (e anche a qualcuno del 2024). Lo smartphone per quanto riesca a eseguire bene giochi in 3D tende però sul lungo periodo a scaldare e ad andare in thremal throttling.
Non brillano per prestazioni neanche le memorie UFS 3.1 della versione da 128 GB da noi testata. Quello che però più ci fa storcere il naso non sono le prestazioni di queste memorie, ma il fatto stesso che Google lanci ancora smartphone partendo da questo taglio di memoria. Il taglio da 256 GB è ovviamente invece con memorie UFS 4.0. La RAM ammonta a 12 GB.
Buona la connettività: Wi-Fi 6E (l’anno scorso però era 7!), Bluetooth aggiornato alla versione 6.0, NFC, supporto eSIM (+ una classica nanoSIM) e anche uscita video tramite USB-C 3.2. C’è anche il supporto all’SOS satellitare (quest’anno anche tramite WhatsApp!) ma non nel nostro paese. Bene il lettore di impronte digitali ultrasonico all’interno del display. Purtroppo anche quest’anno la versione non-Pro viene tagliata fuori dal supporto all’UWB, ma c’è una curiosa novità: per la prima volta c’è il supporto Thread nativo per collegarsi direttamente ai dispositivi domotici senza necessità della rete o di un hub.
L’audio è poi buono. Lo speaker inferiore viene supportato dalla capsula auricolare in alto per garantire un’audio stereo, più potente rispetto allo scorso anno.
Ci sono novità interessanti nel campo fotografico dove in sostanza cambiano tutti i sensori a disposizione. Abbiamo una principale da 48 megapixel ƒ/1.7 stabilizzata otticamente, una 13 megapixel grandangolare e una 10 megapixel ƒ/3.1 zoom 5x. È sicuramente quest’ultima la vera star di questo kit fotografico e nonostante la risoluzione un po’ ridotta siamo comunque contenti di trovarla a disposizione.
Partiamo da quest’ultima che come dicevamo è una piacevole aggiunta e che non tutti gli smartphone di questa fascia offrono. La risoluzione non permette di spingersi molto oltre e infatti lo zoom digitale si ferma a 20x (dove nei pro arriva a 100x). La qualità è buona, anche se non può garantire la nitidezza di altre fotocamere a risoluzione superiore. Buona la fotocamera grandangolare, anche se non ha offerto la fedeltà cromatica attesa rispetto al sensore principale, che ancora una volta è la vera star di questo smartphone.
Anche grazie all’eccellente lavoro di elaborazione grafica del processore Tensor G5 si riescono a ottenere scatti eccezionali, in molti casi migliori anche di vari smartphone premium, grazie anche ad un’eccezionale velocità di scatto. Ottimi gli scatti anche di notte e nelle situazioni intermedie dove altri smartphone invece faticano. Molto buoni anche i selfie, peccato che anche qui però il sensore si fermi a soli 10 megapixel.
Non ci sono grandissime novità in termini di nuove funzionalità di editing o di scatto offerte dell’intelligenza artificiale. Troviamo ancora un’ottima modalità ritratto, una versione migliorata di Aggiungimi, che permette di scattare una foto di gruppo dove anche il fotografo entra nell’inquadratura e il panning. La novità di quest’anno è la funzione che di aiuta a scattare meglio dandoti consigli sull’inquadratura. Può sembrare una banalità, ma tanti meno esperti hanno in realtà bisogno proprio di una guida che li aiutati a scattare meglio, piuttosto di una fotocamera tecnologicamente migliore. È poi il primo smartphone che integra il C2PA, ovvero l’indicazione certificata se una foto è stata creata o editata o meno con AI.
È stato poi aggiornato l’editor di Google Foto, che adesso integra le varie funzioni di AI al suo interno con una grafica molto più semplice da utilizzare e senza più la necessità di passare da un apposito Magic Editor.
La parte video garantisce una buona registrazione in 4K a 60fps, anche se bisogna scendere a 30fps per sfruttare anche la grandangolare. Non del tutto convincenti la modalità azione in Full HD (ancora un po’ tremolante) e quella di video ritratto che ha un framerate un po’ basso. Bene però che si stato introdotto per la prima volta il supporto al codec AV1 che ridurrà di molto spazio necessario per immagazzinare video in 4K.
Lo schermo di Google Pixel 10 è da 6,3 pollici. Ha una risoluzione di 1.080 x 2.424 pixel (FullHD+) ed è realizzato in tecnologia AMOLED con un refresh rate fra 60 e 120 Hz. Non è quindi LTPO e non può quindi abbassare il refresh rate ulteriormente per risparmiare energia. Abbiamo il supporto all’HDR10+ e una luminosità massima che ora arriva a 3.000 nit. Non da record, ma molto buona. Il tutto è protetto da un vetro Gorilla Glass Victus 2.
E anche per Pixel 10 è indubbio che molte delle novità più rilevanti di questo dispositivo siano nel software. Partiamo però dalle basi. Qui abbiamo Android 16 con garanzia di ben 7 anni di aggiornamenti che riguardano non solo le patch di sicurezza ma anche le nuove versioni di Android. L’interfaccia è poi il palcoscenico per l’ultima Material 3 Experience, ovvero la nuova grafica di Google per Android. Il sistema è nel complesso molto veloce (al netto di sporadici cali di frame allo sblocco) e l’esperienza è sempre più omogenea, dando quell’esperienza piacevole che ad oggi è possibile trovare quasi solo su iPhone. Non che questo sia di per sé nulla di rivoluzionario, ma fa piacere vedere come Google, che è dietro al software di buona parte degli smartphone sulla piazza, abbia preso sul serio il compito di armonizzazione del suo software.
Purtroppo però abbiamo molto poco da raccontarvi delle novità software. L’unica veramente meritevole (oltre a quelle della fotocamera) è quella relativa alla traduzione delle chiamate con la voce dell’interlocutore ricreata simile ma nella vostra lingua. Nota: nel video diciamo che non siamo riusciti a testarla, ma con il supporto di Google l’abbiamo sbloccata. Mancano però le funzionalità più di rilievo come Magic Cue che vi suggerisce contenuti contestuali a quello che si sta facendo sul telefono, per esempio proponendo in automatico la risposta a un amico che chiede “a che ora è il concerto?” perché nella tua casella GMail era presente la mail di acquisto dei biglietti. Assente anche il Conversational Edit che vi permette di modificare una foto semplicemente chiedendo all’editor di farlo per voi: “cambia il cielo mettendo delle nuvole”, oppure “cancella il semaforo”. Questa è davvero AI per tutti. O meglio: AI per tutti, meno che per noi.
Ci sta che ci possa essere un ritardo nel lancio di una funzione fra il mercato USA è quello globale, ma se queste sono le carte che lo smartphone ha da giocarsi è un peccato non vederle, anche considerando che app come Pixel Screenshot e Pixel Studio dello scorso anno non sono ancora disponibili da noi. E questo non fa ben sperare.
Google Pixel 10 ha a disposizione una batteria da ben 4.970 mAh. Questo gli permette di garantirsi una buona autonomia e a superare la giornata lavorativa in quasi ogni situazione. Quello che lo può mettere in difficoltà sono però le sessioni di gioco lunghe o altre attività più impegnative per il processore che possono più rapidamente abbattere l’autonomia. La ricarica è stata portata a 30W, buona ma più lenta di altri top di gamma in circolazione.
La grande novità quest’anno è il supporto al Qi2 magnetico, ovvero lo standard che permette allo smartphone non solo di caricarsi wireless a 15W, ma anche di agganciarsi a accessori magnetici. Sì, proprio come il MagSafe. Finalmente qualcuno che crede in questa tecnologia, su cui Apple ci ha costruito ormai generazioni di smartphone.
Google Pixel 10 viene lanciato in Italia a 899€. A qualcuno magari 128 GB spazio su di un top di gamma potrebbero ancora bastare, ma per molti ha più senso optare per la versione da 256 GB a 999€, un prezzo non concorrenziale se guardiamo alla scheda tecnica. Meglio se valutiamo quello che lo smartphone può fare piuttosto che solo le specifiche. Quest’anno Google offre però un buon programma di trade-in con extrasconti che rendono lo smartphone decisamente più accettabile dal punto di vista di prezzo.
Il sample per questa recensione è stato fornito da Google, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso economico. Potete leggere maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld a questo link.
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