Il NAS solo SSD che sembra una console ed è veloce quanto un PC: ASUSTOR Flashtor 6 Gen 2, la recensione

La confezione del Flashtor 6 Gen 2 è semplice e diretta. All’interno si trova tutto l’essenziale per iniziare subito: alimentatore, cavo di rete e manualistica di base. Non ci sono accessori extra, ma non ne servono: il NAS è pronto a funzionare appena collegato al router o allo switch di rete.

Il design è uno degli elementi che colpiscono di più. Con le sue linee squadrate e il colore nero opaco, ricorda da vicino una console come la PS4, tanto che potrebbe tranquillamente passare inosservato in un setup da salotto. La scocca è interamente in plastica, una scelta che da un lato contribuisce a contenere peso e rumorosità, dall’altro stona un po’ se rapportata al prezzo di listino. In compenso, le finiture sono curate e le porte sono sufficientemente distanziate, con accesso tutto sul retro del dispositivo.

L’installazione degli SSD è elementare: basta rimuovere lo sportello posteriore, inserire i moduli M.2 e il gioco è fatto. Nessun cablaggio, nessuna vite da stringere, tutto pensato per ridurre al minimo i passaggi. È un approccio che rispecchia la filosofia di ASUSTOR per questa linea: semplificare al massimo l’esperienza, anche per chi non ha particolare dimestichezza con i NAS tradizionali.

Sotto la scocca del Flashtor 6 Gen 2 si trova una piattaforma decisamente più vicina a un PC compatto che a un NAS tradizionale. Il cuore è un AMD Ryzen Embedded V3C14, un quad-core Zen 3 a 6 nm progettato per combinare alte prestazioni e consumi contenuti. Ad affiancarlo ci sono 8 GB di RAM DDR5 a 4.800 MHz, espandibili fino a 64 GB e con supporto ECC, una caratteristica che sottolinea la vocazione professionale del prodotto.

Il vero punto di forza sono i sei slot M.2 NVMe compatibili con SSD PCIe 4.0 x4. Niente dischi meccanici, niente vibrazioni: solo storage ad alta velocità, con tutti i vantaggi in termini di silenziosità e reattività. La connettività di rete è affidata a una porta 10 Gigabit Ethernet, capace di sfruttare a pieno la banda garantita dagli SSD. Nei test in RAID 5, le velocità superano tranquillamente i 1.100 MB/s sia in lettura che in scrittura, numeri che fino a poco tempo fa erano impensabili per un NAS di queste dimensioni.

La dotazione di porte completa il quadro: due USB4 Type-C fino a 40 Gbps e tre USB 3.2 Gen 2 Type-A, utili per collegare periferiche esterne o unità di backup.

Il sistema di dissipazione è stato rivisto rispetto alla generazione precedente. All’interno trovano posto due ventole dedicate: una in prossimità degli slot M.2 (la si scollega staccando il coperchio delle baie per gli SSD), per raffreddare direttamente gli SSD ad alte prestazioni, e una più vicina al processore Ryzen. La disposizione è studiata per mantenere una buona circolazione dell’aria senza generare rumore eccessivo, con un bilanciamento che consente di sostenere carichi elevati a lungo senza throttling.

Nonostante la potenza a disposizione, i consumi restano contenuti: il Flashtor 6 Gen 2 si attesta attorno ai 18 watt sotto carico e scende a poco più di 1 watt in modalità sleep, valori molto più bassi rispetto a un NAS tradizionale con dischi meccanici e in linea con la sua vocazione all’efficienza.

Questa combinazione rende il Flashtor 6 un prodotto adatto non solo all’archiviazione ma anche a scenari più avanzati: editing video 4K direttamente sul NAS, backup e ripristini rapidi di grandi quantità di dati, streaming senza colli di bottiglia. È un salto netto rispetto ai classici modelli con HDD, e si percepisce nell’immediatezza con cui risponde a ogni comando.

La configurazione del Flashtor 6 Gen 2 è immediata. Dopo aver installato gli SSD, si può scegliere se scaricare il software ASUSTOR Control Center su PC oppure affidarsi all’app AiMaster su Android o iOS. In entrambi i casi la procedura guidata è chiara: si assegna un nome al NAS, si crea l’account amministratore e in pochi minuti il sistema è operativo. Una volta online, il Flashtor è raggiungibile da qualsiasi dispositivo: browser web, Esplora File di Windows, Finder di macOS o direttamente da mobile. Per farlo dovrete attivare il servizio EZ-Connect, ma sarà il NAS stesso a guidarvi nella procedura.

L’interfaccia di gestione è una delle sorprese più positive. Si tratta di un vero e proprio desktop accessibile da browser, con finestre, icone, drag and drop e pannelli di controllo che ricordano quelli di un sistema operativo tradizionale. Tutto scorre fluido, senza impuntamenti, e non servono competenze particolari per orientarsi tra le varie impostazioni.

Il cuore del software è l’ADM (ASUSTOR Data Master), che integra nativamente strumenti come Snapshot Center per la protezione dei dati, DataSync Center e Cloud Backup Center per l’integrazione con i principali servizi cloud (Google Drive, OneDrive, Dropbox, Amazon S3, Backblaze, Azure e molti altri). Per gli utenti più smaliziati ci sono anche funzioni di virtualizzazione tramite Docker (Portainer) e un completo sistema di gestione delle macchine virtuali.

La sezione App Central è il vero punto di forza per la personalizzazione: uno store interno con oltre 200 applicazioni, dalle più classiche come Plex e aMule, fino a software più specialistici come Handbrake, FileZilla e app per la domotica. L’installazione è rapida e non richiede configurazioni complesse: basta un click per aggiungere nuove funzionalità.

Molto interessante anche l’integrazione mobile: tramite AiData di ASUSTOR si può trasformare il NAS in un’alternativa ai servizi cloud a pagamento. Ad esempio, il backup automatico di foto e video da smartphone è gestibile con pochi tap, con parametri personalizzabili per cartelle, connessioni Wi-Fi e consumo dati. Per esempio io l’ho impostato in modo che mi faccia il backup della cartella DCIM/Camera quando lo smartphone è in carica, e si può anche decidere di salvare solo le foto, di impostare limiti di dimensione dei file. Un aspetto sempre più rilevante, considerando l’aumento dello spazio occupato dai contenuti multimediali nei dispositivi mobili più recenti e i costi crescenti dei servizi online.

L’unico difetto è che vanno scaricate più app. All’inizio vi servirà AiMaster per la prima configurazione e l’accesso ai vari strumenti integrati nel NAS; successivamente, per accedere ai file da remoto o a funzionalità come il backup dei file multimediali, vi servirà AiData. E ci sono anche altre app che vale la pena prendere in considerazione, come banalmente AiFoto 3, specializzata proprio nel backup delle foto e in funzionalità galleria che ricordano Google Foto.

Il Flashtor 6 Gen 2 non è pensato come semplice archivio di rete, ma come piattaforma attiva per creatori di contenuti e utenti professionali. Grazie alla combinazione di SSD NVMe e rete 10 GbE si può lavorare direttamente sul NAS senza dover spostare i file in locale. Questo si traduce nella possibilità di gestire progetti di editing video in 4K con latenze ridotte e trasferimenti praticamente istantanei.

In ambito multimediale, il supporto a Plex e alle altre app presenti su App Central permette di trasformare il NAS in un server di streaming personale, in grado di gestire più flussi contemporanei senza sforzo. La silenziosità dovuta all’uso di soli SSD rende l’esperienza adatta anche a contesti domestici, dove i classici dischi meccanici risulterebbero troppo rumorosi.

La parte software, già ricca di strumenti di backup e sincronizzazione, permette anche di sostituire servizi cloud a pagamento. Con l’app mobile dedicata si possono salvare automaticamente foto e video dallo smartphone, organizzandoli sul NAS con criteri personalizzabili. Una funzione che diventa ancora più interessante considerando la crescita esponenziale dello spazio richiesto dai contenuti multimediali e il costo crescente delle soluzioni online.

Per chi lavora in team, le funzioni di snapshot e replica su cloud garantiscono un livello di sicurezza elevato. Ogni volume può gestire fino a 256 snapshot, riducendo al minimo il rischio di perdita dati anche in caso di errore umano o attacco ransomware. Non mancano le integrazioni con servizi di produttività, come il backup delle cartelle Adobe Creative Cloud, che possono essere sincronizzate direttamente con il NAS.

Il risultato è un dispositivo che si colloca a metà tra NAS tradizionale e workstation compatta: da un lato è uno strumento di archiviazione sicuro e affidabile, dall’altro diventa un hub di lavoro vero e proprio, capace di gestire carichi complessi senza compromessi.

Tutto fantastico, ma come è facile intuire tutto questo si riflette anche sul prezzo.

A differenza dei modelli tradizionali basati su hard disk, il Flashtor 6 Gen 2 nasce per sfruttare esclusivamente SSD NVMe. Nulla vieta di collegarci hard disk meccanici classici, ma solo esternamente. A livello hardware potete inserirci solo SSD NVMe.

La differenza si percepisce subito: niente vibrazioni o rumori meccanici, consumi ridotti e soprattutto un accesso ai dati praticamente istantaneo. Le prestazioni sono superiori non solo nelle operazioni sequenziali, ma soprattutto con file di piccole dimensioni e attività concorrenti come backup multipli, streaming o virtualizzazione.

Anche sul fronte dell’affidabilità gli SSD hanno un vantaggio: non avendo parti mobili resistono meglio a urti e usura, pur restando legati al numero di cicli di scrittura disponibili. Gli hard disk mantengono invece un ruolo centrale per l’archiviazione di massa a basso costo, grazie a un prezzo per terabyte ancora molto più conveniente. Gli SSD, però, offrono un livello di reattività e silenziosità che giustifica l’investimento in scenari più evoluti: editing video, macchine virtuali, database o semplicemente un ambiente di lavoro dove non si accettano compromessi in termini di velocità e comfort acustico.

Il Flashtor 6 Gen 2 non è un NAS economico. Su Amazon il modello a 6 slot si trova a circa 1.149 €, una cifra che lo posiziona decisamente più in alto rispetto ai NAS tradizionali con dischi meccanici. A questa spesa va aggiunto il costo degli SSD NVMe, che hanno ancora un prezzo al terabyte superiore agli hard disk classici. Il risultato è che l’investimento complessivo per allestire un Flashtor 6 può facilmente superare quello di un NAS a dischi magnetici con capacità doppia o tripla.

È però un prezzo che riflette la natura del prodotto: non un semplice archivio, ma una piattaforma ad alte prestazioni con 10 GbE, SSD PCIe 4.0, USB4 e funzioni avanzate che aprono scenari d’uso impensabili per modelli più economici.

E per chi ha esigenze ancora più “estreme”, c’è anche il FLASHSTOR 12 Pro Gen2, dotato non solo di 12 slot SSD M.2, ma anche di più RAM e di doppia porta Ethernet. 

Altrimenti, nel caso le vostre esigenze fossero più modeste ma voleste comunque puntare a un NAS a SSD, potete prendere in considerazione il Flashtor di prima generazione.

Il sample per questa recensione è stato fornito da Asustor, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario. Potete leggere maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld a questo link.

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