Recensione Fairphone 6: questo è lo smartphone “giusto”

Nella confezione troviamo solo lo smartphone e un cartoncino di benvenuto, oltre alla certificazione energetica che lo premia con A sia per l’efficienza energetica, oltre che nella resistenza e nella riparabilità. Peccato che non venga incluso un piccolo cacciavite torx, che potreste però avere già casa (o potete recuperare facilmente). Noi abbiamo provato anche il portacarte (da sostituire alla sua back cover) e la cover. Fin da subito viene dimostrata la grande attenzione ai materiali, all’accessibilità (scritte in braille) e al riciclo.

Fairphone 6 è uno smartphone unico. Ha un design estremamente pulito e ha a disposizione una scocca in plastica “soffice” molto piacevole al tocco. Non lo fa sembrare un prodotto economico, ma anzi un prodotto di design studiato con attenzione nella sua semplicità. La versione bianca da noi provata ha un interruttore giallo e noi abbiamo avvitato il porta carte verde a contrasto. Lo smartphone è realizzato con almeno il 50% di materiali riciclati o provenienti da fonti etiche. Non è cosa da poco, visto che nonostante i grandi sforzi le aziende più grandi riescono a utilizzare materiali riciclati solo su specifici componenti difficilmente arrivando a queste cifre.

In più Fairphone lavora solo con aziende che offrono condizioni di lavoro eque e ha una catena di fornitura trasparente mostrando per esempio di rifornirsi solo da produttori che non utilizzano materiali inquinanti per l’estrazione dei metalli rari. Sono questioni che solitamente non trattiamo per gli smartphone concorrenti, anche perché quasi nessuno mette così al centro del suo business queste questioni, rendendo anche spesso difficile, quando lo fanno, capire quanto marketing ci sia davvero e quanto impegno reale. Fairphone fa al contrario di queste caratteristiche le basi fondanti del suo processo.

Tornando allo smartphone. Non è compatto (è spesso 9,6 millimetri), ma è relativamente leggero con i suoi 193 grammi ed è resistente ad spruzzi e polvere secondo lo standard IP55. Se può sembrare poco rispetto ai concorrenti, non lo è in realtà considerando che la back cover si può rimuovere, così come la batteria e altri 12 componenti, che si possono svitare usando il cacciavite di cui parlavamo prima. È di fatto l’unico vero smartphone riparabile in circolazione, ottenendo un punteggio di 10/10 su iFixit, un record che detiene insieme al suo predecessore.

La scheda tecnica di questo smartphone è quella di un medio gamma. Abbiamo un processore Snapdragon 7s Gen 3 octa core a 4 nanometri con 8 GB di RAM e 256 GB di memoria interna espandibile tramite microSD, caratteristica quest’ultima più unica che rara. Ottima la connettività: 5G, Wi-Fi 6E e Bluetooth 5.4. Non manca neanche il supporto eSIM e il lettore di impronte digitali posizionato sul tasto di accensione. Le prestazioni sono adeguate, ma non aspettatevi ovviamente un top di gamma. Manca invece purtroppo il supporto al jack audio da 3,5 millimetri per le cuffie (che dovranno essere quindi USB-C o Bluetooth). Solo sufficiente invece l’audio stereo dello smartphone.

Le fotocamere sono da 50 megapixel la principale, da 13 megapixel la grandangolare e abbiamo poi una 32 megapixel frontale. I risultati sono solo sufficienti, dovuti probabilmente più all’elaborazione software insufficiente (ma migliorabile in futuro con aggiornamenti) piuttosto che ai sensori montati.

Lo schermo è un godibilissimo 6,3 pollici in tecnologia LTPO OLED a 120 Hz (purtroppo non scala automaticamente e bisogna scegliere fra 60, 90 e 120 Hz). La luminosità massima dichiarata è di 1.400 nit, ma in realtà sembra spingersi decisamente più in alto. Fairphone è la prima azienda che dichiara una luminosità massima inferiore alla realtà. Troppo fair? Abbiamo un vetro protettivo Gorilla Glass 7i. Abbiamo rilevato in qualche raro caso qualche imprecisione nella digitazione. Difficile capire se si tratti di un problema di sensibilità del pannello o di software.

Lo smartphone è disponibile con due OS diversi. Noi abbiamo comprato la versione /e/OS by Murena, che mette al centro dell’esperienza la privacy e la “libertà” da Google. Il sistema infatti non richiede l’accesso con Google, ma un facoltativo account Murena.io. Dopodiché siete liberi. È possibile comunque sfruttare il download delle app tramite lo store interno che permette comunque di scaricare le app del Play Store ma senza login. Se volete usare delle app che richiedono il login a Google potete farlo grazie a microG (lo stesso “trucco” che si usa anche sugli smartphone Huawei con gli stessi limiti). Non avrete quindi i servizi Google integrati nel telefono ma potrete comunque sfruttarli nelle app. Per la maggior parte dei casi è più che sufficiente per funzionare bene.

Per il resto è uno smartphone con base Android ma con una implementazione forte che riguarda l’attenzione alla privacy. C’è un menù apposito che blocca in automatico i tracker delle app che vi mostra tramite statistiche quali app hanno cercato di tracciare il vostro utilizzo e come. Potrete anche disabilitare la localizzazione, oppure renderla “generica” oppure falsa in un altro luogo. Infine potrete nascondere il vostro IP online. Tutte opzioni integrate nel sistema.

Il launcher è estremamente basilare, così come l’app fotocamera, ma potrete comunque installare altre app a loro sostituzione. Questo /e/OS è sostanzialmente una tela bianca dove utilizzare solo i servizi che vorrete voi, controllando con attenzione i permessi. Nello store c’è anche una sezione dedicata alle app open source.

Non dovreste interessarvi di questo sistema se volete fare un utilizzo “classico” di uno smartphone, ma chiunque abbia invece particolarmente a cuore la questione della privacy sicuramente troverà questa un’ottima soluzione. I bug sono pochi e il sistema, seppure non scattante, fa il suo.

Nel caso della versione Android beh… avrete semplicemente un sistema Android 15 stock classico. Rispetto a /e/OS guadagnate una migliore app fotocamera, l’always on display e ovviamente la piena integrazione dei servizi Google. In entrambi i casi avrete 8 anni di aggiornamenti garantiti. Il tasto fisico in questo caso vi permetterà di attivare una modalità minimale dove solo 5 app (a scelta) possono essere eseguite. È un’idea simpatica ma nella pratica è difficile riuscire a vivere con un sistema simile dove solo 5 app sono necessarie. È vero quelle non necessarie sono tante, ma è difficile con uno smartphone e solo 5 app (anche solo considerando dialer, galleria, rubrica e sms siamo a 4). Ci vorrebbe forse un minimo di flessibilità in più per diventare davvero un detox phone.

La batteria è da soli 4.415 mAh, ma è chiaro che il suo punto forte non sia la capacità, ma il suo essere removibile, che è poi anche la ragione stessa per la sua minore capacità. L’autonomia è superiore con /e/OS dove superare un giorno è mezzo e fattibile. Meno nella versione Android dove riuscirete ad arrivare a fine giornata in tutti i casi di utilizzo eccetto quello “intenso”. La ricarica è a 30W che è comunque un valore onorevole, considerando comunque anche la capacità non enorme della batteria.

Lo smartphone costa 599€ nella versione Android “classica” e 649€ in quella /e/OS. Sono prezzi assolutamente alti se lo guardiamo come uno smartphone qualsiasi. Ma non è uno smartphone qualsiasi. È uno smartphone che sta attento alla provenienza dei componenti, alla catena di approvvigionamento e all’etica. Se seguire tutte queste regole costasse poco non pensate che lo farebbero anche già tutti gli altri produttori?

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