Google Foto cambia finalmente la gestione delle immagini in HDR, in particolare durante l’editing. Fino a oggi infatti, modificare una foto in alta gamma dinamica significava spesso perderne i benefici, con un risultato finale meno luminoso, meno profondo e meno “HDR” dell’originale.
Per fortuna le cose ora cambiano, e ci sono buone notizie anche per chi vuole dare nuova vita a vecchie foto in SDR.
Uno dei limiti più frustranti di Google Foto come editor di immagini è stato il trattamento riservato alle foto in HDR. Usando strumenti come Gomma magica, Elimina Sfocatura o Luce Ritratto, l’app creava una copia della foto in SDR, riducendo la qualità visiva con perdita di contrasto e luminosità.
Questo avveniva perché i modelli di elaborazione di Google erano progettati per immagini SDR, con input e output ottimizzati solo per quella gamma. Di fatto, anche se avevamo scattato una foto in HDR, qualsiasi modifica la riportava a un formato più limitato.
Con il nuovo aggiornamento, le cose cambiano radicalmente: le foto HDR ora mantengono la loro gamma dinamica completa e i metadati HDR anche dopo l’editing. Questo significa che possiamo intervenire sulle immagini senza sacrificarne la profondità dei neri, la brillantezza delle luci o i dettagli nelle zone intermedie.
Ultra HDR
Oltre a mantenere intatta la qualità delle foto HDR, Google introduce un’altra novità: uno strumento chiamato Ultra HDR, presente nella sezione “Regola”, pensato per regolare con precisione la luminosità delle immagini. Questo nuovo tool affianca (e in parte sostituisce) il precedente filtro “HDR”, che è stato ribattezzato Tono, per riflettere meglio la sua funzione reale di regolazione del bilanciamento tonale.
Con questi due strumenti combinati, è possibile regolare a mano il “viraggio HDR” delle foto, sia in termini di colori che luminosità
Anche le vecchie foto diventano HDR
Un’altra novità è la possibilità di convertire le immagini SDR in HDR. In pratica, anche le foto più datate, o scattate con dispositivi che non supportano l’HDR, possono essere potenziate visivamente.
Il processo migliora i contrasti, rende i colori più vibranti e aumenta la luminosità nelle zone corrette, dando nuova vita a scatti che altrimenti risulterebbero piatti.
Non si tratta di un semplice filtro, ma di una trasformazione vera e propria, gestita da algoritmi che analizzano il contenuto dell’immagine e applicano un miglioramento coerente con le caratteristiche dell’HDR. Il risultato dipende comunque anche dalla foto originale e in ogni caso non può essere equiparato a un vero HDR.
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