Chiamate con numeri italiani che in realtà arrivano dall’estero, finte banche, finti carabinieri, finti operatori: lo spoofing è una delle tecniche più usate per truffe telefoniche e telemarketing aggressivo, e presto sarà più difficile da usare in Italia.
Grazie a una delibera Agcom, da agosto 2025 scatteranno i primi blocchi automatici contro le chiamate con numeri fasulli, partendo da quelle con prefissi fissi italiani e proseguendo a novembre con quelle da numeri mobili alterati. Si tratta della prima misura concreta e obbligatoria per gli operatori, che fino ad oggi avevano lasciato correre (o quasi).
Lo spoofing è una tecnica usata per far sembrare una chiamata più credibile, falsificando il numero che compare sul nostro telefono. In pratica, chi chiama mostra un numero italiano, spesso con prefissi noti come 02 (Milano) o 06 (Roma), ma in realtà la chiamata parte da tutt’altra parte del mondo.
A volte il numero è completamente inventato, altre volte appartiene davvero a qualcuno (anche a istituzioni o banche), e viene “preso in prestito” per ingannare il destinatario. Questo rende molto più difficile bloccarle in automatico, sia per gli strumenti antispam degli utenti, sia per le autorità che devono intervenire.
Il risultato? Chiamate che sembrano legittime e che ci portano a rispondere più facilmente, magari spinti dal timore di perdere qualcosa di importante. Ed è proprio qui che scattano le truffe: finti operatori bancari che chiedono dati sensibili, bonifici “urgenti” da autorizzare, offerte impossibili da rifiutare.
Il nuovo sistema di blocco contro lo spoofing è stato stabilito da una delibera Agcom pubblicata a maggio, e prevede due fasi distinte:
Dal 19 agosto 2025 gli operatori saranno obbligati a bloccare tutte le chiamate che arrivano da reti estere ma usano numeri fissi italiani, come lo 02 o lo 06. Questo tipo di truffa è molto diffuso e relativamente facile da intercettare: è infatti tecnicamente impossibile che una telefonata parta dalla Tunisia o da Hong Kong mostrando un numero fisso italiano.
Dal 19 novembre 2025 il blocco si estenderà anche ai numeri mobili, ma qui le cose si complicano. Non tutte le chiamate internazionali con numero italiano sono truffaldine: un utente TIM in vacanza all’estero, ad esempio, può chiamare legittimamente con il suo numero italiano in roaming. Per questo, gli operatori dovranno verificare — anche con l’aiuto delle reti estere — se il numero è effettivamente in roaming. Solo in caso negativo scatterà il blocco.
In entrambi i casi si tratta di filtri automatici che lavorano in background e che non richiedono alcuna azione da parte degli utenti.
Lo spoofing non è una novità, e nemmeno i tentativi di limitarlo: Agcom ha chiesto già nel 2023 agli operatori di intervenire, ma senza imposizioni vere, i risultati sono stati quasi nulli. È per questo che ora arriva una norma vincolante, che obbliga tutti gli operatori a seguire un protocollo condiviso.
Non parliamo di intelligenza artificiale o tecnologie futuristiche: i sistemi che verranno adottati sono tecniche di analisi note da anni, ma finalmente applicate su larga scala. Non bloccheranno ogni tentativo di spoofing, ma renderanno molto più difficile far passare chiamate fasulle, soprattutto quelle estere con numeri fissi italiani.
Nel caso dei numeri mobili, il sistema sarà più selettivo per non colpire utenti legittimi, ma resta un passo importante. Per gli utenti italiani sarà un sollievo: meno telefonate sospette, meno truffe, più controllo sulle chiamate in entrata.
La speranza, insomma, è che non sia una manovra inutile come lo è stato il Registro delle opposizioni di 3 anni fa.
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