C’è un angolo di Napoli dove si forma la prossima generazione di sviluppatori e designer digitali, e abbiamo avuto il privilegio di visitarlo. Ha ospitato 2.700 studenti dall’Italia e da tutto il mondo da quando ha aperto nel 2016. Parliamo della Apple Developer Academy, che abbiamo avuto l’occasione di visitare all’interno delle strutture dell’università Federico II di Napoli, con cui è stata creata in collaborazione.
È un programma che si svolge ogni anno e ha una durata di 9 mesi. È totalmente gratuito e grazie al patrocinio della regione Campania gli studenti ricevono anche una borsa di studio per coprire le spese affrontate durante il corso (per esempio l’alloggio). Ogni anno possono accedervi 300 studenti e Apple accetta candidature da tutto il mondo. Noi abbiamo incontrato sì tanti italiani, ma anche tanti messicani, così come studenti dall’Australia, dalla Cina o dalla Colombia. Questa Developer Academy è una delle 18 nel mondo ma l’unica in Europa, un vero vanto per la città partenopea.
Entrando negli spazi dedicati al percorso si capisce subito che è diverso da un corso universitario. Non ci sono cattedre e le postazioni sono divise in più stanze e sono disposte sempre in cerchio o comunque per favorire il lavoro di gruppo. Non c’è nessun compito individuale, ma 5 o 6 challenge durante i 9 mesi che devono essere ogni volta portate a termine da gruppi sempre diversi, in modo da favorire anche l’interscambio di conoscenze e la creazione di skill collettive. All’Apple Developer Academy si impara a creare app, ma non per forza a programmare. Qui si impara infatti programmazione, ma anche design e marketing, visto che gli studenti si occupano di scrivere codice, così come di creare il progetto, di disegnarlo e poi di presentarlo agli altri studiandone anche un eventuale business plan.
Durante le occasioni in cui abbiamo avuto modo di parlare con gli studenti abbiamo capito come ciascuno venisse da un background e avesse obiettivi e percorsi molto diversi. C’era chi aveva già studiato programmazione e chi aveva zero conoscenze pregresse, ma magari una laurea in psicologia. C’è chi porta avanti un percorso di studi letterario, chi si concentra solo su questa opportunità e chi invece lavora in ospedale. Nessuno sembrava pentito della scelta e, anzi, era estremamente entusiasta, anche per l’opportunità di conoscere persone con uno stesso obiettivo ma conoscenze molto diverse.
L’opportunità per la nostra visita è stato il Graduation Day, ovvero la festa che corona la fine del percorso. Anche perché non ci sono voti e valutazioni, quindi non avrebbe potuto essere diversamente. Sul palco i team hanno presentato le loro app. Tutte quelle che abbiamo avuto modo di provare sono già su App Store oppure in beta su TestFlight. È stata anche l’occasione per ascoltare le parole motivazionali di Alisha Johnson, senior director Environment, Policy, and Social Initiatives di Apple, così come di Giorgio Ventre, director Apple Developer Academy e Matteo Lorito rettore dell’università Federico II. Il tutto con uno spirito carico di energia come solo una presentazione Apple avrebbe potuto essere.
Se avessi dovuto scegliere oggi con lo studio quale direzione far intraprendere alla mia carriera penso che darei sicuramente un’opportunità all’Apple Developer Academy. È chiaro che Apple non faccia tutto questo per beneficienza, ma perché per l’azienda è assolutamente conveniente formare le migliori giovani menti in circolazione affinché sappiano sviluppare, disegnare e promuovere app per le sue piattaforme, che però di fatto sono anche quelle più diffuse e più redditizie. È un investimento sul futuro che arricchisce gli studenti, la città e le aziende che poi hanno modo di “pescare” con tranquillità da questa palestra di sviluppatori.
Un’esperienza che dimostra come formazione, tecnologia e collaborazione possano costruire opportunità reali – per chi studia, per le aziende e per il territorio.
L’articolo Abbiamo visitato a Napoli l’unica scuola Apple in Europa: ecco com’è davvero sembra essere il primo su Smartworld.