TikTok è ancora salvo negli USA: Trump firma un altro rinvio del ban

Il destino di TikTok negli Stati Uniti continua a rimanere appeso a un filo. Con un colpo di scena ormai ricorrente, Donald Trump ha deciso di concedere un’ulteriore proroga di 90 giorni al colosso cinese ByteDance, posticipando ancora una volta la scadenza per la cessione dell’app a una società americana.

Il nuovo termine, fissato a metà settembre, complica ulteriormente uno scenario già incerto, fatto di tensioni geopolitiche, negoziati interrotti e una legge statunitense che prevede sanzioni salatissime per chi ospita l’app oltre la scadenza. Ma nonostante tutto, TikTok è ancora online, sostenuta da promesse informali e proroghe che sembrano forzare i limiti stessi della legge.

Donald Trump ha firmato un nuovo ordine esecutivo che sposta di altri 90 giorni il termine entro cui ByteDance deve cedere TikTok a un’azienda statunitense, pena il divieto dell’app negli USA. È la terza proroga concessa dal Presidente degli USA, che ha fissato la nuova scadenza a metà settembre.

Secondo quanto dichiarato dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, l’obiettivo è “chiudere l’accordo per garantire che i dati degli utenti americani siano davvero protetti”. Ma dietro questa motivazione si nasconde una situazione molto più complicata.

Un accordo con un gruppo guidato da Oracle era stato quasi finalizzato lo scorso aprile, ma le tensioni commerciali tra Washington e Pechino lo hanno fatto saltare all’ultimo. Inoltre, resta il nodo cruciale: la Cina non ha mai dato l’ok alla cessione dell’algoritmo che fa funzionare le raccomandazioni video di TikTok, uno degli asset più delicati e ambiti dell’intera operazione.

Intanto, cresce il malumore anche tra i politici americani. Alcuni senatori democratici e repubblicani sostengono che le proroghe di Trump violano la legge, approvata con voto bipartisan e già confermata come costituzionale dalla Corte Suprema. E soprattutto, mettono in discussione la reale efficacia di un processo che sembra più un tira e molla diplomatico che una decisione concreta.

Il vero nodo della questione riguarda chi, in pratica, mantiene TikTok online negli Stati Uniti: ovvero aziende come Apple, Google e i principali provider di servizi. Dopo il passaggio della legge “Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act“, queste aziende rischiano sanzioni pesantissime se continuano a offrire TikTok nei loro store oltre i termini stabiliti.

Le proroghe firmate da Trump non sono però riconosciute formalmente dalla legge. Sono decisioni politiche, ma non leggi, quindi il margine di protezione legale per i provider è molto debole. Il Dipartimento di Giustizia ha cercato di rassicurare i giganti tech con lettere ufficiali, ma questo non basta ad eliminare il rischio.

A peggiorare il quadro c’è anche una causa legale intentata da un azionista di Google, che ha accusato l’azienda di non aver divulgato documenti interni sulle sue decisioni legate a TikTok. Lo stesso investitore ha fatto causa anche al Dipartimento di Giustizia per la presunta mancanza di trasparenza nel non far rispettare la normativa contro Apple e Google.

In ogni caso, saranno necessarie ancora diverse settimane per districare la complessa situazione che si è venuta a creare. Puntiamo le lancette a metà settembre e stiamo alla finestra: se non ci saranno ulteriori proroghe (comunque possibili), sarà quello il momento in cui scopriremo se TikTok potrà ancora essere online in USA.

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